Primo giorno di scuola… in sicurezza!

Con i primi inserimenti dei bimbi della Scuola dell’Infanzia e la settimana di ripasso offerta ai ragazzi della Primaria, ieri mattina è stato inaugurato l’anno scolastico di Scuola Europa: nel video potrete vedere applicate alcune delle misure preventive anticipate nelle scorse settimane, tra cui quelle riguardanti l’ingresso nell’istituto, il posizionamento degli studenti in aula, in mensa e sulle scale, e lo svolgimento delle lezioni di educazione fisica. Lunedì 14 riaccoglieremo in classe i ragazzi di Secondaria di I grado e Licei: a Scuola Europa è tutto pronto per ripartire… in sicurezza!

Disposizioni scolastiche fino al 17 maggio

Si informa, come da decreto ministeriale, che le attività didattiche di tutti gli ordini di studio della scuola sono sospese fino al prossimo 17 maggio. Prosegue invece la didattica a distanza, attiva come per le settimane precedenti nel Registro Elettronico Spaggiari (sezione aule virtuali).

La segreteria didattica sarà sempre raggiungibile tramite e-mail ai seguenti indirizzi:
segreteria@ scuolaeuropa.it
info@scuolaeuropa.it
organizzazione@scuolaeuropa.it

LICEI / La vita che parla

Quest’anno ricorre il 26esimo anniversario del genocidio dei tutsi in Rwanda, e lo scorso 7 aprile Scuola Europa lo ha ricordato con un incontro online per i ragazzi delle quinte liceo, che ospitava le testimonianze di sopravvissuti, tra cui quella personale del nostro professore di religione, Jean Paul Habimana.
In questo video il professore riporta alcuni ricordi del suo vissuto in quegli anni drammatici, delle radici e delle conseguenze della discriminazione, invitando però i ragazzi ad andare oltre la memoria per costruire giorno per giorno il proprio presente, ascoltando “la vita che parla” specialmente nelle situazioni difficili, non ultima quella che si trovano a vivere in queste settimane:
“La situazione di oggi” racconta il professor Habimana “che sta vivendo l’Italia e tutto il mondo, di non riuscire a uscire, di aver paura di morire da un momento all’altro, di non sapere cosa ci aspetta, è stata vissuta da noi 26 anni fa, e ci insegna che gli uomini sono deboli, e come non dobbiamo dimenticare che abbiamo sempre bisogno gli uni degli altri. Ma partendo dalla mia storia personale, avendo vissuto questo genocidio in prima persona, il mio obiettivo è proprio quello di aiutare i ragazzi a guardare la loro vita e capire che, nonostante le difficoltà di ognuno di noi, non esiste caduta da cui non ci si possa rialzare”.